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Non sempre il posto vicino al finestrino è il migliore di Alessandro Ruzzier_Palinsesti 2025, San Vito al Tagliamento (Pn)

in occasione di Palinsesti

25.10.2025-11.01.2026

La fotografia dei luoghi – Incontro con Alessandro Ruzzier
in dialogo con Giada Centazzo, Antonio Garlatti, Giorgia Gastaldon

Sabato 25 ottobre 2025, ore 17.30
Teatro Arrigoni, San Vito al Tagliamento


Non sempre il posto vicino al finestrino è quello migliore – Alessandro Ruzzier

Inaugurazione e visita guidata alla mostra, ore 19.00
Essiccatoio Bozzoli, San Vito al Tagliamento

A cura di Giada Centazzo e Antonio Garlatti

Creata nel 2011 in occasione del ventennale dell’arte contemporanea a San Vito al Tagliamento, la collezione Punto Fermo, allestita nell’Essiccatoio Bozzoli, un interessante sito di archeologia industriale, raccoglie le opere di alcuni tra i più significativi artisti della Regione.
Nel 2015, per far conoscere la raccolta è nata in questa sede un’iniziativa annuale di approfondimento sull’attività degli artisti presenti in collezione.
Per l’edizione 2025, in linea con il tema del festival, l’attenzione è stata rivolta alla ricerca artistica di Alessandro Ruzzier.
A distanza di dieci anni, Alessandro Ruzzier ritorna a San Vito al Tagliamento con il progetto, site-specific, Non sempre il posto vicino al finestrino è quello migliore. Se nel 2015 con la serie Custodia, inserita all’interno del progetto Città che si vedono curato da Giorgia Gastaldon, Ruzzier aveva scelto di mappare i luoghi più vicini al centro storico di San Vito, le cui foto sono riproposte in mostra, oggi, con un cambio di rotta, ha voluto invece indagare quelli delle frazioni di Ligugnana, Rosa e del paesaggio incontrato risalendo per quarantatré chilometri la foce del fiume Tagliamento.
La sua “fotografia dei luoghi” ha molte affinità con l’atteggiamento e il modo con cui osservava il paesaggio lo scrittore Gianni Celati: «Le cose sono là che navigano nella luce, escono dal vuoto per aver luogo ai nostri occhi. Noi siamo implicati nel loro apparire e scomparire, quasi che fossimo qui proprio per questo. Il mondo esterno ha bisogno che lo osserviamo e raccontiamo, per avere esistenza. E quando un uomo muore porta con sé le apparizioni venute a lui fin dall’infanzia, lasciando gli altri a fiutare il buco dove ogni cosa scompare».

Palinsesti 2025