artisti /

Paolo Gasparini

Paolo Gasparini nasce a Gorizia nel 1934. Vive tra Caracas, Città del Messico e Trieste.

In una prima fase della sua attività, le sue fotografie rappresentano la realtà sociale del dopoguerra e sono legate all’estetica cinematografica del neorealismo italiano. Nel 1954 emigra a Caracas in Venezuela dove vive il fratello Graziano Gasparini (architetto- fotografo) e si unisce al ‘movimiento de la modernidad’. Lavora come fotografo di architettura con Carlos Raúl Villanueva, Tomás Sanabria, Martín Vegas e José Miguel Galia e Dirk Bornhorst. Collabora alla rivista di architettura A, hombre y expresión.

Nel febbraio 1960, Paul Strand e Hazel Kingsbury si recano in Venezuela per stare con Paolo e Franca Donda e per 15 giorni le coppie viaggiano nell’ovest del paese. È in questa occasione che Strand consiglia a Paolo di realizzare un libro sul Venezuela. In quel periodo, Gasparini è interessato alle foto di Robert Frank e ai saggi fotografici di William Klein.

Tra il 1961 e il 1965 vive a Cuba. Collabora con il supplemento Lunes de Revolución, diretto da Carlos Franqui, e nel Consejo Nacional de la Cultura cubana. Fotografa la campagna di alfabetizzazione, il raccolto e il lavoro quotidiano dei primi anni della rivoluzione, che Gasparini chiama ‘L’ultima utopia a sinistra’. Collabora con il drammaturgo, poeta e regista francese Armand Gatti nel film El otro Cristóbal (1963) e con Alejo Carpentier attraversa l’Avana registrando ‘la ciudad de las columnas’.

Dal 1965 al 1967 vive in Italia. Fotografa la regione friulana realizzando la serie Miracolo italiano.

Ritorna in Venezuela nel 1967. Coedita Rocinante (1968-1971) una pubblicazione impegnata nel progetto politico della lotta armata del paese e sui lati negativi del partito comunista e del Movimiento al Socialismo (MAS). Documenta, allo stesso tempo, edifici e manifestazioni di strada a Caracas.

Tra il 1970 e il 1972 è assunto dall’UNESCO insieme a Damián Bayón per sviluppare il progetto Panorámica de la arquitectura latinoamericana. Visita tutti i paesi dell’America Latina catturando edifici emblematici che contraddistinguono l’architettura moderna del continente. Documenta, contemporaneamente, la vita quotidiana degli abitanti nelle città e nei loro sobborghi; fotografie che usa nel suo primo fotolibro Para verte mejor América Latina del 1972.

Nel 1976, insieme a María Teresa Boulton crea La fototeca (1976-1979), prima galleria e libreria specializzata in fotografia nel paese.

Gasparini attraversa costantemente il vecchio continente e il nuovo mondo che chiama ‘El otro, Otro mundo’. In sessant’anni di attività fotografica ha rappresentato le contraddizioni sociali, le tensioni politiche degli abitanti che transitano, vivono o lavorano non solo in America Latina, ma nelle grandi metropoli come Città del Messico, San Paolo o Caracas, New York, Berlino, Los Angeles, Parigi o Londra.

Per comunicare le sue opere, utilizza tre dispositivi multimediali: realizza fotomurali e gigantografie, usa il formato audiovisivo e i fotolibri.

Gasparini è stato ricercatore in diversi progetti: Programa de Cultura Urbana de la Ciudad de México, (1994), in cui il ricercatore Néstor García Canclini mappava la metropoli; per The Getty Research Institute for the History of Art and Humanities col progetto Perspectives on Los Angeles: Images, Narratives, History, Los Ángeles’ (1997); per la Rockefeller Foundation in Construyendo la Democracia: Ciudadanía, Nación y Experiencia Urbana Contemporánea, Universidad Estatal de Campinas (1997).

Ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui: Contributi al Neorealismo, Rivista Cinema Nuovo e Referendum Popolare, Spilimbergo (Pordenone, Italia), 1953-1954; Medaglia d’argento, XV Rencontres Arles, 1984; artista dell’anno, assegnato da Asociación Internacional de Críticos (AICA), Venezuela, 1990; Premio Nazionale di Fotografia, Venezuela, 1993; Premio Internazionale di Fotografia del CRAF – Centro di Ricerca ed Archiviazione della Fotografia, Spilimbergo (Pordenone, Italia), 2000.

Le opere di Gasparini fanno parte delle seguenti collezioni: Biblioteca Nazionale di Parigi, Museo della Regina Sofia, Madrid, MoMA- Museo di arte moderna di New York, George Eastman House, Museo internazionale di fotografia e film, Centro de Arte Contemporáneo Fundación Televisa, CRAF -Centro di Ricerca ed Archiviazione della Fotografia (Spilimbergo, Italia), Biblioteca Nazionale del Venezuela, MBA- Museo de Bellas Artes de Venezuela, GAN- Galería de Arte Nacional de Venezuela, Archivio Paul Strand, Università dell’Arizona (Tucson), Università Metropolitana (Itzapalapa, Messico) e Casa de las Américas (L’Avana), Fundación MAPFRE (Barcellona, Spagna).

Nel novembre del 2021 esce Da Gorizia alle Ande, il suo primo libro d’arte, pubblicato da studiofaganel, con i testi di Alejandro Sebastiani Verlezza e Francesco Tomada.