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Mutabiles nymphae — Roberto Kusterle

60,00

In una luce livida, le ninfe di Kusterle emergono da un mondo sommerso: il mare, a giudicare dallo stadio animale delle loro metamorfosi. Chele, pinne e tentacoli ­ ormai parte dei corpi, come estensioni della carne ­ ce le direbbero Nereidi, ma si tratta di creature che potrebbero essere risalite fino a noi nell’opaco sciabordio di un canale come quelli su cui fluitava l’Atalante di Vigo, al gorgogliare di una chiusa non distante dalla città; perché sembrano condividere, della moderna esistenza, la torbida sensazione che talora ci assale di non avere il pieno controllo della nostra identità. (…) Sono personaggi che si potrebbero immaginare in un disegno di Klinger, pervasi di una sensualità che sta nell’erotismo implicito dell’offrirsi in posa al ritratto, ma è anche nella viscida o cheratinica evidenza di una compenetrazione metamorfica: a partire quasi sempre dalle chiome, in altre opere di Kusterle percorse da un repentino serpeggiare di radici e qui ridotte ad anguiforme intrico di ventose, serrate sotto una celata d’arti di granchio. (…) queste creature ci turbano perché le percepiamo emerse da una dimensione profonda, da un ‘sotto la superficie’ che mette in crisi la planarità del nostro sguardo; e che forse chiama in causa l’ambiguità quale unica concreta condizione del nostro essere. Cosa sono, queste ninfe? Memoria degli abissi mitici da cui veniamo o proiezione verso quanto di oscuro ci attende? Nei loro pizzi provocanti ma frusti sembra di leggere il futuro ricordo d’una schermaglia amorosa, di una dialettica dei corpi e dello spirito di cui nella prevedibile affermazione di autosufficienza dell’io, con la sua pervasiva specularità ‘…quello straccio seducente è uno dei residui rimasti […]. Qualcosa come un cencio del tempo’. (Fulvio Dell’Agnese)

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Descrizione

fotografie: Roberto Kusterle
testo: Fulvio Dell’Agnese

editore: Mestna Galerija, 2010

dimensione: 32.5 x 23 cm
pagine: 32