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Snaturamenti — Flatform

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SNATURAMENTI è sia l’oggetto che il dispositivo del libro di Flatform, artista collettivo che lavora al confine tra arte contemporanea e cinema.
Stati transitori di vario tipo (spaziali o temporali, geografici o storici, fenomenologici o climatici) e la nozione di paesaggio come complessa rete di connessioni tra esseri umani e altre specie costituiscono la base della loro pratica di ricerca artistica e filosofica. Queste domande diventano il meccanismo stesso di decostruzione e ricostruzione dei film di Flatform sulla pagina, operato dall’autrice e curatrice Giuliana Prucca.
Il passaggio dall’immagine in movimento al fermo immagine in formato libro genera in sé una forma di “snaturamento”, letteralmente un’alterazione della natura dell’opera originaria, che però si articola in un nuovo paesaggio, dove i significati iniziali vengono spostati e alterano non solo la struttura narrativa del film ma anche la forma classica del libro.
Come “unità sintetica di multipli”, il libro mutua il proprio funzionamento dal modello visivo del paesaggio di Georg Simmel, per illustrare la coesistenza dei vari stati anche durante la loro mutazione e ricondurli alla permanenza di un’immagine unica e comprensiva. Il film scompare nel libro, ma persiste come implicita fonte di ispirazione a favore di un montaggio dinamico dei materiali “sottratti” dall’archivio di Flatform. Disegni, testi, voci di diario, strati, fotogrammi, sequenze alternative, fotografie di backstage e rendering di installazioni si intersecano con la produzione video di Flatform, in un esercizio poetico e non mimetico delle loro tecniche cinematografiche – come il compositing e lo sfasamento audiovisivo – al fine di narrare, e scardinare, fenomeni naturali e leggi della fisica, ridefinire concetti di tempo e spazio, modificare paradigmi percettivi, trasformare il possibile in impossibile – e viceversa, creando un equilibrio instabile tra il prevedibile e l’inatteso, tra controllo e caso, tra precisione ossessiva ed errore, o incidenti inciampanti.
Non essendo concept, ma percept book, il libro utilizza una serie di artifici grafici per riposizionare il lettore/spettatore al centro dell’esperienza reale del paesaggio – e della lettura, che non è visiva o contemplativa, ma tangibile e immersiva.
Non essendo un artbook, ma un quaderno, strumento di lavoro e manuale di istruzioni, costruisce e allo stesso tempo svela la meccanica delle pagine, il cui intento non è più mostrare, ma riattivare l’atto del guardare per far emergere una nuova visione dal cecità dell’immagine.
In un territorio di transizioni perpetue, il libro perde la sua copertina, e quindi il perimetro che ne definisce l’inizio e la fine. Il contenuto è esternalizzato e, allo stesso tempo, ci si immerge direttamente in esso, con la sensazione che qualcosa inizi – o finisca – altrove, fuori campo, o dovunque, grazie anche alle sezioni del libro che si spostano gradualmente e rispecchiano la circolarità veicolata dal lavoro di Flatform. Il risultato è una configurazione di quattro versioni diverse e indipendenti, che portano in sé la possibilità latente di essere riunite. La performatività richiesta al lettore per ricomporre i frammenti nella loro interezza conferisce al libro una dimensione interattiva e installativa al pari delle opere ambientali di Flatform; lo dilata, lo proietta e lo verticalizza in un volume esterno, “snaturando” ulteriormente la sua qualità sequenziale orizzontale e dislocandolo in uno spazio espositivo.

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Categoria:

Descrizione

fotografie, frames, testi, disegni: Flatform
editore: Avarie, Light Cone éditions, 2022

dimensione: 24 x 33 cm
pagine: 128

lingua: italiano, inglese, francese

ISBN: 978-1-915743-01-5

note: quattro diverse versioni, tutte disponibili