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Continuo Infinito Provvisorio, Alessandro Ruzzier

30 novembre 2018—25 gennaio 2019

studiofaganel, Kinemax, belo189

a cura di Sara Occhipinti, Marco Faganel

apertura mostra

venerdì 30 novembre ore 17.00—18.30, studiofaganel

inaugurazione

venerdì 30 novembre ore 19.00, belo189, con presentazione a cura di Giorgia Gastaldon


‘Continuo infinito provvisorio’ è la mostra personale di Alessandro Ruzzier che si sviluppa in tre sedi espositive: la galleria studiofaganel, la sala espositiva del Kinemax e lo spazio belo189.

La mostra è solo uno dei modi per rendere visibile e lasciar fruire un lavoro di ricerca dell’artista che è durato diversi anni e il cui intento necessario era quello di creare un libro fotografico.

‘Continuo infinito provvisorio’ è un racconto per immagini della biografia dell’artista pensata nel presente, per il presente, perché vuole parlare di chi egli è adesso.

Continuo è tutto quello che accade, in un flusso permanente, messo a confronto con l’esistenza finita dell’artista. Infinito con riferimento alla ricerca che l’artista sente necessaria e che, però, non arriva a un compimento, ad una verità. Provvisorio come l’essere umano il quale subisce o accoglie imprevedibili e varie possibilità di esistenza.

Il libro, e l’esposizione, mettono pertanto in relazione due diversi ‘gruppi’ di immagini e livelli di narrazione.

Da un lato il quotidiano rappresentato attraverso spazi chiusi, protetti, interni, insieme a luoghi, persone e oggetti intimi, familiari, significativi nella vita affettiva dell’artista. Qui troviamo le pieghe delle tende di una casa, il bosco preferito per le passeggiate solitarie, un piccolo origami, un presente del figlio nel palmo della mano dell’artista.

Dall’altro l’universo, lontano, irraggiungibile o, meglio, visioni di spazi celesti soltanto percepite dall’artista in realtà a lui prossime, immaginabili all’interno di una stanza o su un vetrino di microscopio. Così troviamo un gruppo di stornelli in volo, le pareti rilucenti di una cava che ricordano scie di razzi spaziali, la polvere sospesa e in moto in una soffitta che somiglia a una costellazione.

In entrambi i gruppi di fotografie, che dialogano tutto il tempo e nello spazio, l’esistenza dell’artista fa da comune denominatore e da significante. Nel primo raggruppamento è come se il punto di vista fosse di qualcuno che osserva esternamente la vita terrena dell’artista, nel secondo invece l’artista stesso si allontana nello spazio cosmico e, assunta una posizione separata e diversa, intraprende una nuova osservazione dell’universo. ‘Continuo infinito provvisorio’, è un lavoro che ‘mi porterà dove non ho mai messo piede’, afferma Ruzzier.