Rendere visibile il silenzio, la semplicità della natura e il senso del tempo che scorre. Le fotografie del coreano Byung-Hun Min, realizzate tra il 1998 e il 2020 in tutto il mondo, assumono l’evanescenza di uno schizzo a matita. Con i loro sottili contrasti, il loro gioco di toni setosi, sembrano mostrare un istante fugace tra chiarezza e dissoluzione. Gli uccelli di Min vivono in uno spazio etereo. Sembrano avvolti da un velo bianco, da una luce argentea. La monocromia virtuale dell’immagine, l’uniformità dei toni, oscillanti tra bianco e grigio, l’assenza di prospettive e contrasti, la semplicità della costruzione e il minimalismo delle forme riproducono una realtà divenuta fantastica. Il lavoro meticoloso del fotografo nella stampa di ogni negativo gli consente di riprodurre non solo ciò che ha visto, ma anche ciò che ha percepito. Gli uccelli di Min sono un invito alla contemplazione.