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Snow — Vanessa Winship

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In Snow, l’ultima monografia di Vanessa Winship, vediamo che ciò che non è del tutto compreso è molto più avvincente di ciò che è ben compreso. Forse è una verità lapalissiana, ma è ringiovanita e rinfrescata da ogni racconto nuovo e peculiare. Questo libro è proprio una tale rivelazione.
Le origini di Snow risiedono in una commissione (questa da un’artista che lavora molto raramente su incarico, anche se Winship dice che spesso affronta le cose “come se in qualche modo fossi stata inviata da qualcuno”), ma l’interesse della fotografa per ciò che ha trovato presto si è eclissato qualsiasi cosa che possa essere propriamente considerata una “storia”. Così ha fatto ripetuti viaggi in un particolare paesaggio – e, in particolare, in una particolare stagione – per capire cosa l’avesse sconcertata nella realizzazione iniziale di queste fotografie.

Winship è ben nota e molto apprezzata per i suoi ritratti intimi, ma in Snow sperimentiamo una notevole distanza fisica tra la fotografa e i suoi soggetti. Quel poco che lo spettatore può afferrare è la sottile ripetizione degli elementi più umili della terra. Collettivamente, le immagini arrivano a incarnare la lotta dell’artista per connettersi e dare un senso a questo luogo, pur riconoscendo alla fine che lei, come tutti noi, non è altro che un’estranea in questo mondo.

Questo allontanamento fa eco in un pezzo di finzione – del poeta e romanziere Jem Poster – che è intessuto attraverso Snow. Racconta di una fotografa ritrattista e del suo soggetto recalcitrante. Ma questo personaggio non è Winship, e il modello non è qualcuno in una fotografia di Winship. Poster’s è una finzione basata su un costrutto immaginifico – un altro strato seducente in un libro complicato che cerca sempre di esporre la scivolosità della narrazione e di destabilizzare le letture facili.

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Categoria:

Descrizione

fotografie: Vanessa Winship

editore: Deadbeat Club, 2022

dimensione: 19,5 x 25 cm
pagine: 104

edizione: 1

ISBN:978-1-952523-03-8